CENTRO ANTICO
Il primo documento storico che parla di Galatina è un atto notarile del 1178 in cui viene citato il casale Sancti Petri in Galatina. La tradizione vuole infatti che l'apostolo San Pietro si fermasse in questo luogo nel suo viaggio da Antiochia a Roma. Solo dopo l'Unità d'Italia, nel 1861, la città riprese il suo nome originario di Galatina.
Nel medioevo faceva parte della contea di Soleto con Ugo e Raimondo del Balzo. Da questi passò al nipote Nicolò Orsini e quindi al suo secondogenito Raimondello. Questo magnifico principe vi fece costruire nel 1391 la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria quale ex voto per essere tornato vittorioso dalla Terrasanta con una reliquia della Santa. Anche il figlio di Raimondello, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, sepolto col padre nell'abside della chiesa, ingrandì e completò l'opera con l'annesso convento ed un ospedale dotandoli di cospicue rendite fondiarie. Il feudo di Aradeo prima e poi quelli di Bagnolo del Salento, Torrepaduli e Collemeto erano sotto la giurisdizione del Convento di Santa Caterina tanto che fu necessario nominare un amministratore.
Venne fin d'allora fissato il mercato settimanale al giovedì, e la grande fiera di bestiame di Santa Caterina al cadere del 25 novembre di ogni anno. Entrambi si svolgevano nel Largo Fontana, attuale Piazza Alighieri, attirando visitatori e mercanti di bestiame da ogni parte del Meridione. Qui i forestieri, nelle notti precedenti il mercato, potevano riposare e dissetare i loro animali, fruire di essenziali servizi tra cui la fontana: un grande pozzo d'acqua sorgiva scavato al centro dello spazio.
L'ospedale, i servizi civici, la chiesa di Santa Caterina, il mercato del giovedì e altre attività commerciali permetteranno a San Pietro in Galatina di ingrandirsi velocemente. Tra il 1459 e il 1463, Galatina ha circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto.
Dalla contea al ducato [modifica] Alla morte del principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo la città si era così ingrandita da essere elevata a ducato nel 1485 quando fu data dal re di Napoli Ferrante d'Aragona a Giovanni Castriota Scanderbeg per i servizi resi nella lotta di successione agli Angioini. Giovanni, figlio di Giorgio Castriota Scanderbeg, e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina.
Sotto i Castriota si ebbe una fioritura culturale ed oltre al sorgere di una corte, videro i natali anche il "canzoniere" di Vernaleone, il cui figlio fu amico di Tommaso Campanella, il mistico Pietro Galatino, i filosofi Marcantonio Zimara, Francesco Cavoti, gli scultori Nicola Ferrando e Nuzzo Barba e il misterioso pittore Lavinio Zoppo.
L'unica figlia legittima del Duca Ferrante, Irene Castriota Scanderbeg (3ª duchessa di San Pietro in Galatina), nata da Andreana Acquaviva d'Aragona dei Duchi di Nardò, portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio nel 1539 con il principe di Bisignano Pietro Antonio Sanseverino appartenente ad una nobile famiglia napoletana.
A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina. Delle originali cinque porte della città è possibile ammirare ancora oggi solo Porta Nuova (a nord), Porta Luce (a ovest) e Porta Cappuccini (a est), nulla è rimasto, invece, della Porta di Santa Caterina (a sud) e di quella che si trovava all'imboccatura di Piazza Alighieri (Porta della Piazza).
Ospitò il vescovo di Otranto Mons.Adarzo de Santander (1657-1674) che lo scelse come residenza mentre non vide quasi mai presenti i suoi possessori.
Il primo documento storico che parla di Galatina è un atto notarile del 1178 in cui viene citato il casale Sancti Petri in Galatina. La tradizione vuole infatti che l'apostolo San Pietro si fermasse in questo luogo nel suo viaggio da Antiochia a Roma. Solo dopo l'Unità d'Italia, nel 1861, la città riprese il suo nome originario di Galatina.
Nel medioevo faceva parte della contea di Soleto con Ugo e Raimondo del Balzo. Da questi passò al nipote Nicolò Orsini e quindi al suo secondogenito Raimondello. Questo magnifico principe vi fece costruire nel 1391 la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria quale ex voto per essere tornato vittorioso dalla Terrasanta con una reliquia della Santa. Anche il figlio di Raimondello, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, sepolto col padre nell'abside della chiesa, ingrandì e completò l'opera con l'annesso convento ed un ospedale dotandoli di cospicue rendite fondiarie. Il feudo di Aradeo prima e poi quelli di Bagnolo del Salento, Torrepaduli e Collemeto erano sotto la giurisdizione del Convento di Santa Caterina tanto che fu necessario nominare un amministratore.
Venne fin d'allora fissato il mercato settimanale al giovedì, e la grande fiera di bestiame di Santa Caterina al cadere del 25 novembre di ogni anno. Entrambi si svolgevano nel Largo Fontana, attuale Piazza Alighieri, attirando visitatori e mercanti di bestiame da ogni parte del Meridione. Qui i forestieri, nelle notti precedenti il mercato, potevano riposare e dissetare i loro animali, fruire di essenziali servizi tra cui la fontana: un grande pozzo d'acqua sorgiva scavato al centro dello spazio.
L'ospedale, i servizi civici, la chiesa di Santa Caterina, il mercato del giovedì e altre attività commerciali permetteranno a San Pietro in Galatina di ingrandirsi velocemente. Tra il 1459 e il 1463, Galatina ha circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto.
Dalla contea al ducato [modifica] Alla morte del principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo la città si era così ingrandita da essere elevata a ducato nel 1485 quando fu data dal re di Napoli Ferrante d'Aragona a Giovanni Castriota Scanderbeg per i servizi resi nella lotta di successione agli Angioini. Giovanni, figlio di Giorgio Castriota Scanderbeg, e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina.
Sotto i Castriota si ebbe una fioritura culturale ed oltre al sorgere di una corte, videro i natali anche il "canzoniere" di Vernaleone, il cui figlio fu amico di Tommaso Campanella, il mistico Pietro Galatino, i filosofi Marcantonio Zimara, Francesco Cavoti, gli scultori Nicola Ferrando e Nuzzo Barba e il misterioso pittore Lavinio Zoppo.
L'unica figlia legittima del Duca Ferrante, Irene Castriota Scanderbeg (3ª duchessa di San Pietro in Galatina), nata da Andreana Acquaviva d'Aragona dei Duchi di Nardò, portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio nel 1539 con il principe di Bisignano Pietro Antonio Sanseverino appartenente ad una nobile famiglia napoletana.
A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina. Delle originali cinque porte della città è possibile ammirare ancora oggi solo Porta Nuova (a nord), Porta Luce (a ovest) e Porta Cappuccini (a est), nulla è rimasto, invece, della Porta di Santa Caterina (a sud) e di quella che si trovava all'imboccatura di Piazza Alighieri (Porta della Piazza).
- Porta della Piazza (1566)
- Castello ducale
- Porta S.Pietro o Porta Nuova
- Torre Papadia (Tra il Carmine e le Anime)
- Porta San Giorgio (poi dei Cappuccini)
- Torre Capano
- Porta Santa Caterina (1574)
- Torrione Nachi
- Porta Luce (la più antica e ricostruita nel 1795)
Ospitò il vescovo di Otranto Mons.Adarzo de Santander (1657-1674) che lo scelse come residenza mentre non vide quasi mai presenti i suoi possessori.
La città sorge sul declivio orientale di una leggera altura, con il centro storico a 78 m s.l.m. costruito in modo da raccogliere in profonde cisterne scavate nel calcare l'acqua piovana che scende da ovest. Il territorio circostante degrada fino a 39 metri s.l.m. in direzione di Soleto mentre il punto più alto raggiunge gli 84 metri s.l.m. in direzione di Galatone.
L'abitato si estende per circa 4 chilometri sull'asse est-ovest essendo limitato a nord dalla ferrovia ed a sud-est dal cementificio e dal cimitero. La terra rossa è molto fertile ed in alcuni punti anche argillosa. Le coltivazioni principali sono la vite e l'ulivo anche se con l'utilizzo dei pozzi artesiani è stata possibile la produzione di primizie ortofrutticole. Oltre al tabacco vi si produce la tipica patata novella sieglinde da esportazione.
Il territorio comunale, che si estende per 81,86 km², confina a nord con i comuni di Copertino e Lequile, a est con i comuni di Soleto e Corigliano d'Otranto, a sud con i comuni di Sogliano Cavour, Cutrofiano, Aradeo e Seclì, a ovest i comuni di Galatone e Nardò.
L'abitato si estende per circa 4 chilometri sull'asse est-ovest essendo limitato a nord dalla ferrovia ed a sud-est dal cementificio e dal cimitero. La terra rossa è molto fertile ed in alcuni punti anche argillosa. Le coltivazioni principali sono la vite e l'ulivo anche se con l'utilizzo dei pozzi artesiani è stata possibile la produzione di primizie ortofrutticole. Oltre al tabacco vi si produce la tipica patata novella sieglinde da esportazione.
Il territorio comunale, che si estende per 81,86 km², confina a nord con i comuni di Copertino e Lequile, a est con i comuni di Soleto e Corigliano d'Otranto, a sud con i comuni di Sogliano Cavour, Cutrofiano, Aradeo e Seclì, a ovest i comuni di Galatone e Nardò.
Il Territorio
Galatina-Noha-Collemeto